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Diego & Frida: amore eterno

Frida può imparare da sola ma il confronto continuo e costante e ciò che tiene vivo il suo fuoco. Non la dia mai per scontata, non sia mai arrendevole. Non pensi mai di non poterle dire qualcosa e non abbia mai paura per lei.

Così Guillermo Kahlo concesse la mano di sua figlia Frida a Diego Rivera, una colomba accanto ad un elefante.

Questo piccolo libro della collana editoriale Amori Eterni ha concentrato la sua attenzione sui tratti salienti della relazione tra Frida e Diego, evidenziando l’eternità della loro storia e al tempo stesso la poca consapevolezza che entrambi avevano che il loro amore fosse in effetti eterno.

Certo è bislacco parlare di eternità per una relazione fatta di due matrimoni e altrettanti divorzi, di molteplici tradimenti, amanti e dissapori di ogni tipo.

Eppure Diego è rimasto al capezzale di Frida fino alla fine, portandone in alto il nome e soprattutto la sua arte, consapevole del fatto che fosse superiore alla sua.

La storia di Frida e Diego interroga sul significato della parola amore dimostrando che non si può apporre un’etichetta, non ci può essere un canovaccio precostituito e, soprattutto, la percezione dell’amore è del tutto personale.

L’amore si ribella alle convenzioni e agisce secondo strade tutte sue che ai più sono sconosciute poichè quelle note sono viziate dai clichè a cui ci hanno abituati.

L’amore non è un favola, per molti è un lavoro, per molti altri come me, l’amore basta all’amore, non ha nome, non ha un percorso, si costruisce da solo se lo lasci libero di agire, se non lo condizioni, se non lo imprigioni in pretese, aspettative e compromessi.

Amo Frida perchè ha trasformato il suo dolore in arte, ha amato tantissimo, con tutta se stessa, non solo Diego ma tutti coloro che sono capitati sulla sua strada. Lei semplicemente offriva la sua passione in maniera del tutto sincera.

Diego le ha donato la possibilità di vivere oltre il dolore, nonostante il dolore, di sentirsi viva fino all’ultimo giorno della sua vita. Ho la percezione che senza di lui lei sarebbe morta molto tempo prima e noi non avremmo avuto la fortuna di conoscerla attraverso i suoi quadri e la sua storia.

Ho un sogno, visitare la casa Azul in Messico. Chissà un giorno…

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I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato. Keith Haring.
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Pochi possono capire quanto mi piaccia Frida…lei ha sfidato la vita e l’ho ha dipinto con tutta la passione e tutto il dolore di cui era capace!

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Perché Frida era così:”una bomba avvolta in nastri di seta”, come la definì Andrè Breton. Ribelle in ogni gesto e sovversiva in ogni pensiero, convulsamente bella di una bellezza molti incomprensibile, Frida dalla voce profonda e la risata dirompente, Frida dagli occhi perforanti, eternamente vivi che non si sono mai chiusi, che sono rimasti fissi su di noi che la guardiamo negli autoritratti, perché, come ha “dipinto” sul suo diario poco prima di quel 13 luglio 1954, “continuerò a scriverti con i miei occhi. Sempre”.

¡Viva la vida! Di Pino Pacucci