Poesia

Ti ricordi di me?

No?

E se ci conoscessimo di nuovo?

Se nuotassimo insieme nei laghetti e ci rubassimo le parole?

Se tu mi mandassi un cuore e io rispondessi con un like?

Se facessimo a gara a chi guadagna più punti?

Se i tuoi pensieri profumati si mescolasero ai sapori speziati del mio cuore?

Caffè o espressino di soia?

Biscotti senza latte o cornetto vegano?

Ti ricordi di me?

No?

Tornerai a conoscermi prima o poi.download

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Steli marini,
timidi al crepuscolo,
si accendono di parole
allo spuntar del sole.

                 

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Ieri si è parlato molto della Giornata del Rifugiato, argomento gettonato in questo periodo storico. Per quanto non creda in queste “giornate” dedicate a taluna cosa piuttosto che ad un altra, spero davvero che, come scritto nel link che allego al post, nel 2018 si possano seriamente prendere misure opportune per arginare e per aiutare, al fine di garantire il bene di tutti.

Intanto pensando ai barconi, ai naufraghi e alle loro solitudini sono un paio di giorni che ho in mente questa poesia, tratta dal libro “Geometrie di Solitudini” di Paolo Cilfone.

Corpi:

echi e profondità.

Inermi, svuotati

templi abbandonati.

Corpi immaginati…riflessi

Vanità.

Corpi come vittime,

martoriati, trafitti.

Corpi liquidi, atomi di parole.

La notte s’appoggia sul mio corpo.

Nebbia rarefatta.

Profumo di silenzio.

 

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Tonda e bella
Ci guardi da lassù
Grassottella.
Non so se sei anche monella
Ma sicuramente sei trasformella.
E noi da quaggiù
Ti guardiamo incantati
In questa estate ormai alle porte
Dal tuo sole pronti ad essere baciati.
Non essere gelosa,
Noi siamo una stagione,
Tu l’eternità.
Tonda, bella e grassottella.

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Poesia

L’àncora fu chiamata e la nave salpò.
I fazzoletti bianchi sventolavano ancora
e le lacrime furono inghiottite dal vento.

I marinai in piedi nel loro saluto
dalla poppa alla prua
i loro cuori in gola.

La sirena tagliava gli ultimi sguardi
la banchina si allontanava
la prima pagina del diario di bordo
era completata.

Il cuore dondola in queste acque
la salsedine brilla di notte
il silenzio canta il tuo abbraccio.

Paolo Cilfone

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Ho imparato nel tempo che ci sono tante tipologie di mamme e di madri…perchè la biologia non ci eleva a questo meraviglioso titolo, talvolta ne è solo l’inizio e talvolta non ha nemmeno voce in capitolo.

Mamma è un punto di riferimento, una stella polare, una identità senza passato e senza collocazione geografica, perchè la Mamma è sempre presente, senza tempo, senza luogo.

L’abbraccio della Mamma che sia biologica, adottiva, celeste, acquisita è un avvolgersi che profuma di rose a maggio, di pomodori freschi a luglio, di castagne a ottobre e di Natale a dicembre.

Mamma è quanto di più importante ci sia stato concesso.

Auguri a tutte le mamme.

 

La madre è una sposa vestita di bianco
Che si pianta nel cuore del suo frutto
E contempla nel silenzio la
Sorpresa della gratuità.

La madre è un abbraccio che si innalza
fino alle nubi del cielo perché risuoni
tra le stelle lo sguardo di Dio.

La madre è un bacio che illumina
Le tenebre e nella umanità vibra la sua
Regalità.

La madre è un tenero fiore
forte nel deserto
docile nella grazia
in lei la mia identità.

(Bianco Sangue di Paolo Cilfone)

Dipinto di Alan Murray

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Ti scrivo dal balcone
dove resto ancora un poco questa sera
a guardare l’orto al sole di settembre
a mangiare pane e olio e foglie piccole di basilico.
Ti scrivo meno fiera di quello che vorresti
sono una donna forte sì
ma con anche continue tentazioni di non esserlo
di lasciarmi sciogliere d’amore al sole
e carezzarti e baciarti un po’ di più di quello che tu vuoi.
Ti scrivo dal balcone
guardando il fico pieno di frutti
e il pero con le foglie malate
ho qualche pensiero triste
e due o tre sereni.

Vivian Lamarque

Dipinto di Fabian Perez

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La dedico al mio Maggio, iniziato non nel modo migliore perchè talvolta è proprio come recita Eduardo…l’amore è un dolore che profuma di rosa ma per chi ha dalla sua l’amore è maggio tutto l’anno!

Il mese delle rose, il mese della mamma, il mese della Madonna, il mese più bello in assoluto, il mio mese perchè mi ha messo al mondo e non potevo nascere in un momento dell’anno più dolce!

“Scusate, sapite l’ammore ched’è?”

“L’ammor’ è na cosa
c’addora di rosa,
ca rosa nunn’è.
Nduvina ched’è?”

“E’ rosa?
E scusate, sapite pecché?”

“E’ rosa o culore
che serve p’ammore.
L’ammore nun c’è
si rosa nunn’è.”

“L’addore che c’entra, si rosa nunn’è?”

“Pecché dinto maggio,
se piglia curaggio!
Sentenno l’addore
te nasce l’ammore”.

“A maggio sultanto?
E sapite pecché?”

“E’ maggio pè n’anno
pè chille c’o ssanno.
Pè chi nun vò bene
stu mese nun vene.”

“E senza l’addore,
l’ammore nun c’è?”

“Nun c’è !
Pecché ‘ammore
è forte dolore,
ca pare na cosa
c’addora di rosa”

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Buon mese di Aprile…così…con le parole di Totò!

Comme è ddoce ‘o mese Abbrile,
tutta ll’aria è profumata!
P’ ‘e ciardine quanno è ‘a sera
cu na femmena abbracciata,
musso e musso, core e core…
tutta smania e tutto ammore.
(tratta da “Calannario” poesia di Antonio de Curtis)

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